Scheda Paese Croazia
Negli ultimi anni, i rapporti economici tra Italia e Croazia si sono rafforzati. L‘Italia è il primo partner commerciale della Croazia, con un interscambio di oltre 8,5 miliardi di euro nel 2023. È anche tra i principali investitori esteri, soprattutto nei settori bancario e finanziario.
Le imprese italiane trovano opportunità nei settori della transizione verde, energia, infrastrutture e digitalizzazione, grazie anche al PNRR croato. Inoltre, i due Paesi collaborano su progetti comuni, come quelli per lo sviluppo sostenibile del turismo nell’Adriatico. Italia e Croazia hanno costruito una solida e crescente partnership economica, con prospettive positive per il futuro.
Negli ultimi anni l’economia croata ha registrato una crescita robusta, sostenuta da consumi e investimenti, con miglioramenti nel mercato del lavoro. Nel 2024, il PIL della Croazia è aumentato del 3,6% , sostenuto da una forte domanda interna, investimenti e consumi. L’occupazione ha raggiunto livelli record, con quasi 1,75 milioni di lavoratori, e il tasso di disoccupazione è sceso ai minimi storici .
L’inflazione ha mostrato un rallentamento, passando dal 10,8% nel 2022 all’8% nel 2023, con previsioni di ulteriori riduzioni al 3% nel 2025 . Tuttavia, l’inflazione dei servizi rimane elevata, influenzata da aumenti salariali e domanda turistica. La Banca Nazionale Croata prevede possibili riduzioni dei tassi di interesse se l’inflazione continua a diminuire .
Il settore dei servizi, in particolare il turismo, ha contribuito significativamente all’economia. Tuttavia, la Croazia affronta sfide come la carenza di manodopera qualificata e una produttività stagnante. Le riforme strutturali, inclusa la transizione verde, sono essenziali per sostenere la crescita a lungo termine .
Il tasso di insolvenza in Croazia è attualmente contenuto e in calo rispetto agli anni passati.
Nel 2023, circa il 2-3% delle imprese e il 5-6% delle persone fisiche risultavano insolventi. La situazione è stata favorita dalla crescita economica stabile, dal buon andamento del turismo e dall’adozione dell’euro, che ha ridotto il rischio di cambio. I settori più esposti all’insolvenza restano costruzioni, commercio al dettaglio e agricoltura. Per il 2025 si prevede un lieve aumento dei casi, soprattutto tra le piccole imprese, con una generale resilienza del sistema economico.