Il recupero crediti in India è complesso, e non esiste un importo minimo per avviare una causa; la scelta del tribunale dipende dal valore e dalla natura della controversia. A Mumbai, per esempio, si va dalla Court of Small Causes alla Bombay High Court in base all’importo. Alcune corti hanno giurisdizione esclusiva per specifiche materie, come le locazioni.
In generale, non è obbligatorio inviare una lettera di diffida (“legal notice”), ma si tratta di un passaggio certamente utile per verificare la disponibilità del debitore ad un pagamento spontaneo o ad un accordo transattivo che consenta di evitare l’azione legale, che generalmente ha tempi molto lunghi.
I creditori stranieri possono intentare cause in India come quelli locali. Se il credito è basato su una sentenza straniera, questa può essere riconosciuta automaticamente solo se proviene da un paese con il quale l’India ha accordi di reciprocità. In caso contrario, bisogna intentare una nuova causa in India.
Poiché il sistema giudiziario indiano può essere lento e costoso, l’arbitrato è spesso preferibile, soprattutto se la controparte ha beni che possono essere attaccati fuori dall’India. In caso di contratti con controparti indiane le sedi arbitrali consigliate includono Delhi, Singapore e Londra. I lodi arbitrali stranieri sono esecutivi in India se emessi in paesi che aderiscono alla Convenzione di New York o di Ginevra e riconosciuti come territori reciproci.